Innovazioni

Commento:

Art 1120 codice civile – Innovazioni sulle cose comuni

By Dott. Piero Antonio Esposito

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Ora bisogna affrontare la questione riguardo le innovazioni sulle cose comuni, concetto su cui il codice civile non fornisce una definizione ma ne definisce in parte la qualità, differenziando inoltre tra gravose e voluttuarie. La giurisprudenza, in mancanza di una definizione codicistica, ha dunque definito le innovazioni come “le modifiche materiali o funzionali dirette al miglioramento, uso più comodo o al maggior rendimento delle parti comuni” (Cass. n. 12654/2006). Da qui si deduce che l’innovazione può riguardare qualcosa di nuovo rispetto allo status quo precedente, un miglioramento di una cosa o un servizio comune già esistente, e dunque si parla di mutazione e/o trasformazione del bene o del servizio rispetto alla sua originaria destinazione. È chiaro che non tutti gli interventi sulle parti comuni sono da considerarsi innovativi. Infatti, per essere definiti tali, gli interventi devono essere “diretti al miglioramento o all’uso più comodo o al maggior rendimento delle cose comuni”, e questi requisiti vanno valutati di caso in caso. Per una maggior comprensione, si riporta integralmente l’art. 1120 c.c.

Art. 1120. c.c. – Innovazioni.

I condomini, con la maggioranza indicata dal quinto comma dell’articolo 1136, possono disporre tutte le innovazioni dirette al miglioramento o all’uso più comodo o al maggior rendimento delle cose comuni. I condomini, con la maggioranza indicata dal secondo comma dell’articolo 1136, possono disporre le innovazioni che, nel rispetto della normativa di settore, hanno ad oggetto: 1) le opere e gli interventi volti a migliorare la sicurezza e la salubrità degli edifici e degli impianti; 2) le opere e gli interventi previsti per eliminare le barriere architettoniche, per il contenimento del consumo energetico degli edifici e per realizzare parcheggi destinati a servizio delle unità immobiliari o dell’edificio, nonché per la produzione di energia mediante l’utilizzo di impianti di cogenerazione, fonti eoliche, solari o comunque rinnovabili da parte del condominio o di terzi che conseguano a titolo oneroso un diritto reale o personale di godimento del lastrico solare o di altra idonea superficie comune; 3) l’installazione di impianti centralizzati per la ricezione radiotelevisiva e per l’accesso a qualunque altro genere di flusso informativo, anche da satellite o via cavo, e i relativi collegamenti fino alla diramazione per le singole utenze, ad esclusione degli impianti che non comportano modifiche in grado di alterare la destinazione della cosa comune e di impedire agli altri condomini di farne uso secondo il loro diritto. L’amministratore è tenuto a convocare l’assemblea entro trenta giorni dalla richiesta anche di un solo condomino interessato all’adozione delle deliberazioni di cui al precedente comma. La richiesta deve contenere l’indicazione del contenuto specifico e delle modalità di esecuzione degli interventi proposti. In mancanza, l’amministratore deve invitare senza indugio il condomino proponente a fornire le necessarie integrazioni. Sono vietate le innovazioni che possano recare pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza del fabbricato, che ne alterino il decoro architettonico o che rendano talune parti comuni dell’edificio inservibili all’uso o al godimento anche di un solo condomino. Dott. Piero Antonio Esposito Per maggiori approfondimenti, proponiamo Libri e Manuali oppure Bibliografia.

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Innovazioni sulle cose comuni

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